Ida Callegaro e’ una designer di gioielli che, ringrazio il cielo, si e’ data anche alla produzioni di fantastici bijoux.
Mi sono innamorata immediatamente dei suoi accessori, fra i primi che ho conosciuto, e riconosciuti come bellissimi orpelli su cui spendere parole di entusiasmo e passione. Perche’ sono sempre rock, non c’e’ che dire. Ma non banalmente, smaccatamente. In maniera piu’ sottile, senza borchie ne’ teschi: eppure sempre mi parlano delle mie passioni musicali (ho le sembianze di una che ascolta la Pausini mentre impasta il pane. In realta’, ascolto gli Ac/Dc, i Rage against the Machine…il rock tutto. E non impasto il pane).
C’e’ una bella pubblicita’, che gira sulla rock radio che accompagna i miei spostamenti in macchina: non importa se sei un secchione, se ti vesti come mia nonna, se sei un bravo figliolo e pure ecologista. Che “il rock e’ nell’anima, non nell’apparenza”.
I bijoux di Ida sembrano cosi: animati dallo spirito folle della chitarra elettrica data alle fiamme, ma adagiati su una vita piu’ composta e decorosa. L’importante e’ che l’energia masticata resti vibrante, sotto la coltre delle buone, benedette, maniere. Guardate che bei pezzi, questo unire materiali e sensazioni tattili diverse. Etno-rock? Indie rock!
Quando ho conosciuto Ida Callegaro, proprio io che ho l’aspetto della matrona-chiocciosa, proprio io che so bene quanto ognuno di noi serbi passioni segrete, e che nessuno indovinerebbe mai, incontrandoci mentre facciamo la spesa al supermercato, mi sono stupita assai. Mi aspettavo una grintosa Erinni, una donna aggressivamente di pelle vestita, un manifesto glamour con le gambe. Ho incontrato, invece, una delle donne piu’ deliziosamente modeste che io abbia mai incontrato. Intelligente, attenta, garbata, gentile in ogni occasione. Timida. Stilosissima, ma pacata. Le raccontai subito del mio stupore, del contrasto che vedevo fra la sua produzione di accessori tanto potenti, ed il suo essere cosi delicatamente posata. Al che lei, prontamente, mi ha risposto: “Ma io non disegno i bijoux pensando a me! penso ad altre donne, ad altre situazioni! Non potrei mai creare, pensando a me stessa”.
In sunto: la generosita’, l’altruismo del puro atto creativo, che non vuol volgersi su di se’, ma srotolarsi in ogni altrove. Quell’altrove, mi piace assai.
Piume, metalli, code di topo, pietre legno. Colore, colore, colore!
Srotolatevi verso qui, qui…ecco, proprio qui. Anche voi, piume di Marabu’. Qui. Che sta arrivando la primavera. Tempo di uscire dai gusci. Tempo di farlo alla grande!
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Da abbinare con: “Blue suede shoes” di Elvis Presley mentre ci prepariamo per la serata, tacchi alti, altissimi!, smokey eyes, un paio di jeans attillati. Un bel concerto al Circolo Magnolia di Milano. Un ottimo latte detergente per quando rientriamo nelle nostre vesti piu’ anonime.
Le foto con modella dai capelli rosa, e con le piume di Marabu’ sono di Valentina de Meo (sito).
Le ultime due foto sono di Vanity Time Photographers (sito). Grazie.