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Bahia, Jorge Amado, e la vita eterna dell’alluminio: Dalaleo.

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Luisa Leonardi Scomazzoni, detta “Leo”, anni fa si trovava in Brasile, in viaggio, alla scoperta di una terra ricca di fascino, di dolorose contraddizioni, di passione mai addormentata.  Passeggiava per il mercato, probabilmente annusava frutti, ed accarezzava fiori. E rimase di sasso, una statua, estasiata dal talento di una donna che lavorava velocemente e con grande abilita’ delle linguette di alluminio. Quelle che strappiamo da miliardi di lattine, e gettiamo via. Luisa inizio’ quindi a pensare, inizio’ a far germogliare in se’ un progetto, si figurava un percorso che desse massimo rilievo all’uomo, alla natura, all’impegno etico e sociale. Si arrovellava, spinta dal desiderio di far esprimere il talento della “domatrice di alluminio” al di fuori della favela di Salvador de Bahia. Si convinceva che era in grado di dare grande sfogo anche al proprio talento.

Suona come un racconto, di fantasia. Se avessi la magia della scrittura di Jorge Amado, potrebbe essere lo spunto per un bel romanzo. E’ una storia vera, e’ la storia di “Dalaleo”, il marchio italo-brasiliano, nato nel 2009, da queste emozioni e da queste riflessioni. “Dalaleo” produce borse ed accessori bellissimi: all’inizio, utilizzava solo le linguette di alluminio (il materiale eterno, con una storia infinita di riciclaggi, cui Leo regala un futuro di bellezza e di insospettabile glamour), ora le accosta con pelli riutilizzate, destinate al macero, con catene, crea forti contrasti cromatici e di sensazioni tattili, che si fondono in un unico oggetto di esaltata bellezza. Ancora una volta, si dimostra che cio’ che e’ etico, ecologico, sa anche essere suadentemente sberluccicante, accompagnare le serate piu’ mondane, sottolineare i  momenti piu’ frivoli e leggeri. Che, nella vita, ci vogliono anche quelli.
In queste immagini, vi propongo alcuni scorci della collezione autunno-inverno 2012-2013.
Leo e’ evidentemente una donna portata alla creativita’. Nulla e’ piu’ creativo di un’amicizia. Ha quindi deciso di proporre una capsule collection, di bracciali e collane, disegnate e realizzate insieme all’amica Michela Bruni, anche lei votata al riutilizzo, e ad un creare che nasce da quel che noi, normalmente, butteremmo in discarica. Ecco quindi le immagini di “Dalaleo by Michela Bruni”. Una nuova lezione, ancora tanta bellezza, l’ennesima dimostrazione che quando le donne si uniscono, lanciano lapilli come vulcani. Ma non bruciano.

Ammiro moltissimo questa designer, apprezzo infinitamente il risultato del suo lavoro, mi commuove il legame affettivo e professionale che la lega a Bahia, ad una donna incontrata al mercato. Per caso. Ma sara’ stato davvero un caso? Quando leggi queste storie, ti convinci, anche solo per cinque minuti. E’ il destino a farla da padrone. Mi rimane in bocca una fortissima voglia di una terra che non ho mai visitato, non ancora. Sale prepotente nella mia personalissima “lista dei desideri”. Insieme ad una borsa Dalaleo. Ed alla collana fiorita. Ovviamente.

” Dovunque io vada, porto sempre il Brasile con me. Purtroppo non porto con me la farina di manioca, ogni giorno mi manca, a pranzo e a cena”. (Jorge Amado)

Da abbinare con: un paio di infradito, una pedicure perfetta, un brano di samba, ed uno di fado, una camicetta fatta di cotone 100% bio. Se sotto i piedi ci fosse anche un po’ di sabbia, sareste vicine alla perfezione.


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